HANAMI-IMMAGINAZIONE SOSTENIBILE. SCULTURA TRA NATURA E ARTIFICIO

eng / fr 

SEMIÒFORI partecipa alla mostra collettiva
«HANAMI-Immaginazione sostenibile. Scultura tra Natura e Artificio»
8-10 aprile 2022, Museo Orto Botanico di Roma
curata ed organizzata da Alessandra Maria Porfidia

SEMIÒFORI restituisce una chiave di lettura contemporanea di un elemento topico del corpus simbolico del Giappone: il Giardino, esempio emblematico di come siano profonde le differenze tra la nostra cultura occidentale e quella orientale, quella giapponese appunto in particolare.

Il Giardino Giapponese di Roma disegnato da Takeshi “Ken” Nakajima, uno dei più famosi architetti paesaggisti e progettisti di giardini giapponesi è un luogo sacro che mette in contatto l’uomo con il divino, attraverso tutti i suoi sensi, non solo la vista e l’odorato, ma anche il tatto con la roccia e la corteccia degli alberi, l’udito con l’acqua, il vento, gli uccelli. Il sentiero sinuoso che conduce il visitatore dell’Orto Botanico si affaccia improvvisamente sul giardino “astratto” – che in occidente chiamiamo Zen garden o Dry garden – che nel microcosmo simbolico della cultura Zen rappresenta l’intero pianeta Terra, con il mare, le terre emerse, l’orizzonte limitato da una siepe di bambù intrecciati, esattamente come la “siepe, che dell’ultimo orizzonte il guardo esclude” de l’Infinito di Giacomo Leopardi: la meditazione Zen e il sentimento del grande poeta italiano, così distanti nel tempo e nello spazio, sono meravigliosamente gli stessi!

Qui le aggregazioni di Semiòfori ti accolgono fisicamente “immerse” in una vasca votiva – un unico pezzo di pietra grezza in cui ci si purificano le mani e la fronte – mentre il ruscello dalla cascata continua a scendere dolcemente, scorrendo su ciottoli scintillanti – anch’essi trasportati tutti quanti dal Giappone – collocati a uno a uno in modo da modularne il fruscio. Il suono dell’acqua che corre è infatti il segno distintivo che nella cultura Zen identifica il singolo giardino: ognuno ha un suono diverso, come uno strumento musicale!

Lo spettatore scoprirà che il dispositivo a carattere site-coexistence Semiòfori partecipa ad un significato critico nei confronti del mondo quando si riduce tutta la materia del quotidiano come “rifiuto, scarto” sotto la lente drammatica di una crisi ambientale e culturale, e che invece nell’immersione si può contemplare con uguale dignità e valore nel processo di disidentificazione e quindi di liberazione espressiva della stessa materia. È un modo per riflettere sul nostro passato, sul modo di ricordare e di conseguenza sulle modalità di costruzione del nostro futuro… Lo sguardo dell’artista si offre in particolare come occasione di riflessione sul momento dell’esposizione od ostensione come recupero di una rinnovata sacralità, un silenzio e una cura che si offre all’opera e al suo racconto.

SEMIÒFORI si unisce con questo progetto ai 34 artisti internazionali selezionati nel panorama contemporaneo per realizzare la seconda edizione del progetto di studio HANAMI grazie alla collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti Roma, il Museo dell’Orto Botanico e l’Istituto Giapponese di Cultura.

eng / fr